La formazione monastica
oggi
(1a parte)
(Estratto del Bollettino dell'AIM)
2020 - No 119
Dom Jean-Pierre Longeat, osb
Presidente dell’AIM
Per l’AIM è quanto mai importante fare regolar- mente il punto sulle proposte di formazione monastica attivate nei vari monasteri del mondo. Inevitabilmente queste proposte evolvono in relazione allo sviluppo e alle iniziative dei monasteri in ciascuna regione.
Le iniziative sono numerose. Per questo ci è sembrato utile, per dare uno spazio appropriato a questo tema così importante, dedicare due numeri del Bollettino: il 119 e il 120. Se leggendo questo Bollet- tino, ci fosse qualcuno o qualcuna che volesse aggiungere qualche informazione a riguardo di progetti inerenti alla formazione, non esiti a scriverci. Da parte nostra, troveremo il modo per aggiungere questi contributi nel Bollettino 120.
La formazione di cui parleremo in queste pagine riguarda soprat- tutto la vita monastica in quanto tale e le condizioni necessarie perché sia attuale e possa svilupparsi adeguatamente. La questione degli studi di filosofia, teologia e delle specializzazioni universitarie potranno essere affrontati a parte: non entrano, infatti, direttamente in quello che è l’approccio di questi due numeri del Bollettino.
Per quanto riguarda la formazione iniziale, ogni comunità deve assumere la sua parte di responsabilità. Perciò, proprio come viene ricordato nel documento «“Miroir” - Uno specchio della vita monastica per l’oggi», è la comunità in quanto tale ad essere la prima formatrice. Nondimeno, è importante allargare l’orizzonte dei fratelli e sorelle delle comunità con dei tempi di formazione permanente. Inoltre, bisogna vigilare affinché ogni comunità sia capace di suscitare e formare dei responsabili.
Gli Ordini, Congregazioni e Regioni monastiche propongono delle iniziative proprie sia a livello di inter-noviziato che di sessioni per giovani professi, per formatori, per superiori e per i vari responsabili.
San Benedetto, nella Regola, afferma di voler istituire una scuola del servizio del Signore. Si tratta di un progetto evocatore. Siamo tutti invitati a rimanere in un atteggiamento di ascolto attraverso uno scambio di conoscenze e di esperienze che dura tutta la vita. A partire da un’altra immagine usata da san Benedetto, la formazione si acquisisce nel quadro di una sorta di milizia fraterna (cap. 1) dove si esercitano a pieno la reciprocità, le tensioni, gli incoraggiamenti, la lotta condivisa contro tutti gli ostacoli che si presentano. Il tutto in vista di una vera conversione per vivere il comandamento dell’amore. Questa formazione viene esercitata in un laboratorio (cap. 4) dove si impara a fare uso di quegli strumenti spirituali che vengono messi a disposizione di tutti.
La prospettiva propria di una formazione monastica tende a dare la possibilità ai fratelli e alle sorelle delle nostre comunità di sperimentare il cammino che ci conduce, tutti insieme, verso la vita vera, secondo l’ispirazione dell’amore di Dio. Così, «sotto la guida del Vangelo» e «senza allontanarci mai dal suo insegnamento e vivendo nel monastero saldi nella sua dottrina fino alla morte, parteciperemo, mediante la pazienza, alla passione di Cristo, per arrivare ad avere parte con lui nel suo Regno» (cf. Prologo e cap. 72).
La magna charta delle Beatitudini, con cui si apre il Vangelo secondo Matteo, è una magnifica illustrazione di ciò che si propone la formazione monastica.